Nome completo | Repubblica tunisina |
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Capitale | Tunisi |
Moneta | Tunisian Dinar (TND) |
Lingue ufficiali | Arabo tunisino, Francese Commerciale |
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La Tunisia gode di una storica relazione di negoziazione e commerciale con l’Italia, data dalla vicinanza alla penisola, resa strategica come ponte sul Mediterraneo e passaggio verso i mercati del MENA. Tale collaborazione ha rafforzato la forte presenza d’investimenti italiani nel territorio, grazie alle numerose riforme strutturali adottate dal Governo Tunisino in merito alle normative nel campo economico. Inoltre Tunisi trae beneficio dall’accesso libero al mercato UE sin dal 1995, ulteriormente consolidato nel 2012, anno in cui ha iniziato a usufruire dei vantaggi come “partner avanzato”. Infatti, l’alta integrazione tra le imprese italiane e il suolo tunisino crea un clima ideale per efficienza e qualità a costi sostenibili, elementi ottimali per chi desidera affacciarsi a questo mercato.
A settembre 2016 è stato adottato un nuovo Codice degli Investimenti (Legge 2016-71 del 30.9.2016, pubblicata sul Jort N. 82 del 7.10.2016) per aumentare l'attrattività economica del Paese attraverso la rimozione degli ostacoli amministrativi. Secondo la nuova normativa l'accesso al mercato è generalmente libero tranne che per alcune specifiche attività economiche per le quali è obbligatoria un'autorizzazione. Ad aprile 2017 sono entrati in vigore i 3 decreti attuativi NN. 388, 389, 390 del 9.3.2017. La Tunisia costituisce una potenziale "piattaforma" per l'approccio ai mercati contigui, grazie agli accordi bilaterali e multilaterali esistenti con i Paesi dell'UMA (Unione Maghreb Arabo). L'Accordo di Agadir in particolare, stipulato tra Tunisia, Marocco, Egitto e Giordania prevede la libera circolazione di beni industriali tra i quattro Paesi firmatari a partire dal 1° gennaio 2005.