Nome completo | Perù |
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Capitale | Lima |
Moneta | Sol (PEN) |
Lingue ufficiali | Spagnolo, Quechua, Aymara, altre lingue indigene |
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Passaporti e visto | Necessario passaporto con validità residua di almeno sei mesi. Visa di 90 giorni all’arrivo. |
Economia: Con un PIL di $222.045 miliardi (2018), il Peru è stato classificato dalla Banca Mondiale come un Paese di medio-alto reddito. Il Paese ha visto una crescita costante del suo PIL a una media del 5% annuo nel corso degli ultimi 20 anni. Allo stesso tempo, l’aumento dell’occupazione e la crescita dei salari ha ridotto la povertà da un tasso del 52.2% nel 2005 al 26.1% nel 2013. Lo sviluppo economico del Perù è stato trainato principalmente dall’utilizzo delle sue abbondanti risorse naturali e dalla produzione e export di materie prime. Perù infatti è il secondo produttore di rame a livello globale e il sesto per quanto riguarda l’oro. Il settore agricolo, e il sotto-settore della pesca, sono tra i più rilevanti e impiegano il 27% del totale della forza lavoro peruviana. Il tasso di crescita del Peru ha subito una riduzione dal 4% del 2018 al 22% alla fine del 2019, causata in parte dalla volatilità dei prezzi delle materie prime a livello globale.
Tuttavia, nello stesso periodo il Paese è riuscito a non subire le conseguenze grazie alle sue politiche macroeconomiche prudenti accompagnate da un incremento nelle esportazioni dovuto all’aumento dell’attività mineraria. La sua performance ottimale è stata elogiata dal Fondo Monetario Internazionale che ha definito il Peru una delle economie più forti della regione. Nel 2018, il Peru aveva 2.332.218 aziende, il 95% delle quali considerate piccole e micro imprese.
Esportazioni e partner principali: I prodotti principali per l’esportazione sono categorizzati in tradizionali (da miniere, pesca, attività agricole, petrolio e gas naturali) e non tradizionali (tessile, chimico, metal meccanico, minerario non metallico etc.). La prima categoria rappresenta il 66,2% dell’export totale mentre l’ultima ha la percentuale restante. L’esportazione mineraria rappresenta il 55,95% degli export totali, composta da rame, oro, zinco, piombo, stagno e ferro mentre il settore della pesca riveste il the 3,13%, quello agricolo il 0,98% e quello del petrolio e del gas naturale il 6,16%. I prodotti agricoli principali esportati sono il caffè, l’avocado, il mango, l’asparago, l’uva e la quinoa.
I principali partner del Peru per l’export sono la China (31,7%), gli Stati Uniti (16,4%), la Corea del Sud (7%), il Canada (3,9%), il Cile (3,3%). Altri partner importanti sono la Svizzera, il Giappone, la Spagna e la Germania. Nel 2019 le esportazioni costituivano il 21% del PIL del Peru.
Importazioni e partner principali: Il 47,97% delle importazioni sono materie prime e prodotti intermedi (come il diesel e la soya), il 29,92% è compost da beni capitali e materiali da costruzione (come il ferro, materiale per le telecomunicazioni, hardware mentre i beni di consumo (non durevoli come latte, cibi pronti e medicini; durevoli come automobili, televisioni, motociclette, articoli in plastica) rappresentano il 21,97% e il resto il (0,14%). Il 35% delle importazioni del Peru proviene dalla Cina (26%) e dagli Stati Uniti (23%). I paesi dell’America Latina sono tra i maggiori partner di importazione del Peru, incluso il Brasile (5,4%), l’Argentina (4,0%), il Messico (3,8%), il Cile, la Colombia, l’Ecuador e il Giappone. A gennaio 2020, il Peru aveva un attivo della bilancia commerciale pari a USD 283.3 milioni.
Settore Primario: Il settore primario ha un ruolo fondamentale nell’economia del Peru e nel 2018 rappresenta il 22,2% del suo GDP (2018). Dal 2009 al 2018 il settore primario ha subito un’espansione del 35,8%, con le attività minerarie al primo posto con un tasso di crescita annuale del 3,7%, seguito dal settore agricolo con il 3,5%, mentre la pesca registra l’1%. Il settore dà impiego al 26,3% del totale della forza lavoro (2017). Per quanto riguarda l’agricoltura, il Peru ha uno dei più alti rendimenti per ettaro in agricoltura intensiva del mondo ed è considerato un’eccellenza nella produzione di uva e asparagi.
D’altra parte, il rendimento è più basso per le piccole e medie imprese, come nel caso della produzione di caffè e del mais, dovuto anche allo scarso uso di fertilizzanti. L’export di prodotti agricoli è cresciuto esponenzialmente durante l’ultimo anno, specialmente per i frutti tropicali e la quinoa. I ricavi provenienti dal settore minerario rappresentano il 15% del suo PIL e rappresentano il 60% del totale delle sue esportazioni. Sono fiorenti l’estrazione e l’esportazione di rame, argento, oro, zinco e in percentuale minore gas naturale e petrolio.
Settore Secondario: Il settore secondario dà occupazione al 14,8% della popolazione ed è responsabile per il 17,3% del PIL (2017). È diviso principalmente tra manifattura e costruzioni, di cui il primo occupa la maggior parte della sua totalità. L’industria agroalimentare si divide tra i derivati della pesca (farina di pesce e aceto), i derivati dell’agricoltura (olio d’oliva, cotone, industria molitoria, industria saccarifera, industria della birra) e i derivati dell’allevamento di bestiame (settore lattiero-caseario e derivati). L’industria mineraria sviluppa la lavorazione dei metalli (lingotti, lastre, componenti automobilistici) e materiale per costruzioni (cemento, gesso, calce). Inoltre, sono presenti una fiorente industria tessile, chimica e della carta.
Settore Terziario: Il settore terziario rappresenta il 60,5% del PIL del Peru e occupa il 59% della forza lavoro (2017). Le infrastrutture del Peru si articolano in una rete di autostrade che si collega all’Autostrada Panamericana. La rete ferroviaria è frammentata e poco sviluppata, come in altri stati latino americani, a causa della conformazione geografica del suo territorio. Tuttavia, ci sono connessioni tra le città e la costa e alcune operano al confine con il Cile attraverso la linea Arica – Tacna e con la Bolivia in corrispondenza del lago Titicaca. La città di Lima ha anche una metro operata da una linea ferroviaria integrata da un sistema di autobus veloci. Altri tipi di trasporto sono quello aereo, con l’aeroporto principale ‘Aeropuerto Internacional Jorge Chávez’ di Lima, e il trasporto fluviale e marittimo grazie ai suoi numerosi bacini idrici che includono i suoi laghi e il Rio delle Amazzoni.
Il sistema bancario del Peru è considerato uno dei più solidi e meglio regolati dell’America Latina. È fortemente concentrato, dal momento che le quattro banche più grandi hanno l’83% del totale delle attività bancarie private e la sua resilienza è attribuita ad alti livelli di supervisione, solide riserve di capitale iniziali e rendimento. Uno dei suoi lati negativi è che il sistema bancario è abbastanza piccolo rispetto alle dimensioni dell’economia, pur avendo contribuito al 35% del PIL del Paese nel 2017. L’industria delle telecomunicazioni contribuisce al 4,5% del PIL e riceve alti livelli di investimenti privati, anche grazie alla competizione tra i vari operatori. Infine, i flussi turistici provenienti da tutto il mondo contribuiscono al 3,9& del PIL del Paese.
Investimenti Esteri: Il Peru si distingue per la sua apertura agli investimenti esteri e alle imprese private e per la grande fiducia attribuitagli dagli investitori e riflessa dal suo rating del credito di BBB+ (Standards & Poor’s). Le ragioni dietro a questo successo possono essere ricondotte alle sue politiche macroeconomiche, che hanno contribuito negli anni a stabilizzare la sua valuta, il ‘Sol’ peruviano, e alla riduzione del suo deficit fiscale. Altri elementi che hanno contribuito alla sua attrattività sono state la presenza di una banca centrale indipendente, una autorità per gli investimenti funzionante e una legislazione anti-corruzione relativamente all’avanguardia.
Cornice normativa per gli investimenti in energie rinnovabili
Il 31 dicembre 2020, il bilancio degli investimenti esteri diretti in Peru raggiunse 26,316 milioni di US$, di cui il 13% era rappresentato da investimenti nel settore energetico. Per questo settore, come per la maggior parte delle altre attività economiche, la cornice normativa per gli investimenti esteri diretti non richiede un’autorizzazione preventiva. Inoltre, il governo garantisce una stabilità legale e fiscale agli investimenti con durata di almeno due anni e per un minimo di 5 milioni di US$. Non c’è discriminazione tra aziende nazionali e straniere, né restrizioni per il rimpatrio dei profitti, il trasferimento di capitali o delle pratiche relative al controllo dei cambi. Secondo il Report RECAI 2019 redatto da Ernst & Young, il Peru è considerate il quinto paese più attrattivo in America Latina per investimenti nel settore dell’energia rinnovabile dopo Argentina, Cile, Brasile e Messico. Il Consiglio di Sorveglianza per l’Energia e le Miniere ha estimato un ammontare di investimenti nel settore fino al 3.7 miliardi di US$ per il 2021.
Nel 2008, il Decreto Legislativo n.1002 ha posto le basi per la struttura degli incentivi agli investimenti nel settore delle energie rinnovabili, stabilendo come energie rinnovabili non convenzionali quelle solari, eoliche, geotermiche, di biomassa e le idroelettriche sotto ai 20MW. Inoltre, ha promosso la vendita di elettricità al Sistema Elettrico Interconnesso Nazionale (SEIN) attraverso delle aste. Attraverso l’integrazione legislativa dello scorso anno, al momento gli incentivi per l’investimento nelle energie rinnovabili sono:
· Tariffe Feed – in: il diritto dei generatori di energie rinnovabili di vendere la loro produzione ad un prezzo amministrativo fissato che sarà garantito nel tempo.
· Standard del Portfolio delle Rinnovabili Renewable Portfolio Standards: l’obbligo per I consumatori/generatori di elettricità di acquisire una percentuale della loro elettricità da fonti di energia rinnovabile
· Sistemi di Aste: Competizione tra generatori per identificare e finanziare i progetti più efficienti.
· Incentivi Fiscali: es. ammortamento anticipato.
Altri meccanismi indiretti di promozione delle Energie Rinnovabili sono le politiche di riduzione di CO2 e lo scambio delle quote di emissione, la riduzione dei sussidi per l’energia fossile e nucleare e le eco tasse all’elettricità generata da combustibili fossili. Grazie a questa cornice normativa, nel 2018 c’è stato una triplicazione di progetti che contribuivano alla SEIN. Durante le 4 passate edizioni delle aste (in 2009, 2011, 2013 and 2016) sono stati assegnati 64 progetti per un valoro stimato di 1,956.6 US$ e una potenza combinata di 1,273.96MW.