Nome completo | Botswana |
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Capitale | Gaborone |
Moneta | Pula (BWP) |
Lingue ufficiali | Inglese |
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Passaporti e visto | Necessario passaporto con validità residua di almeno sei mesi |
Economia: il Botswana ha registrato una crescita economica media del 5% annuo nell’ultimo decennio, risultando uno tra i paesi con la più rapida crescita a livello globale. L’economia del Botswana è infatti una delle più floride dell’Africa e la libertà economica è elevata. Il Botswana è uno tra gli stati africani con il reddito medio pro-capite più alto e, dall’indipendenza, si è trasformato da uno dei paesi più poveri al mondo in un Paese a reddito medio. Grazie anche alla stabilità politica e a rilevanti investimenti pubblici, l’economia del Paese è una delle più sviluppate dell’Africa, ma è fortemente dipendente dall’estrazione dei diamanti. La forte dipendenza dalle importazioni di prodotti finiti rende il Paese vulnerabile alle fluttuazioni del mercato internazionale. La duratura incertezza nei mercati globali e il lento ritmo della ripresa economica nei paesi avanzati continuano ad agire come un freno sulle prospettive economiche del Botswana. La problematica della siccità grava ulteriormente sulle performance economiche, influenzando negativamente anche il settore agricolo. Inoltre, le carenze idriche ed elettriche hanno avuto un impatto sfavorevole sulla produzione industriale, sul commercio, sul turismo, sul trasporto e sul settore della comunicazione. Da un punto di vista fiscale, il Paese ha registrato un deficit dopo tre anni consecutivi di surplus. Gli introiti del governo si basano principalmente su due fonti volatili di flussi di entrate: i ricavi provenienti dall’industria mineraria (che rappresentano quasi il 40% dei ricavi totali) e i ricavi provenienti dall’Unione doganale dell'Africa meridionale (più di un quarto dei ricavi totali). Un buon quadro istituzionale ha inoltre permesso al Paese di reinvestire il reddito delle risorse per generare reddito futuro stabile. Il sistema bancario competitivo del Botswana è uno dei più avanzati in Africa. In linea di principio, aderendo a norme globali per la trasparenza delle politiche finanziarie e della vigilanza bancaria, il settore finanziario offre un ampio accesso al credito per gli imprenditori. Il governo è coinvolto nel settore bancario tramite istituzioni finanziarie statali e un programma speciale di incentivi finanziari che mira a incrementare lo status del Botswana come centro finanziario.
Principali esportazioni e partners: le principali destinazioni di esportazione sono: Belgio (20.8% delle esportazioni totali), India (20%), Emirati Arabi Uniti (14.5%), Sud Africa (9.2%), Singapore (8%), Israele (7.8%), Hong Kong (5.7%), Stati Uniti (3.3%), Namibia (2.7%). In termini macroeconomici, il totale delle merci esportate rappresenta il 39.3% del PIL del Botswana (2018), di cui il 90.6% è rappresentato da gioielli e pietre preziose. A questi, seguono prodotti come rame, nickel, carne, prodotti tessili.
Principali importazioni e partners: le importazioni rappresentano il 37.7% del PIL. Il Botswana importa combustibili, prodotti alimentari, bevande, tabacco, macchine e apparecchiature elettriche, prodotti chimici, prodotti in gomma e veicoli. I suoi principali partner di importazione sono: Sud Africa (75% del totale delle importazioni), Canada (10,7%) e Regno Unito (7,7%), Namibia, China, Israele.
Settore primario: a causa di frequenti siccità e di tecniche agroindustriali poco moderne e sviluppate, il settore primario ha una bassa produttività, arrivando a rappresentare solo il 3% del PIL nel 2018. Nonostante il ridotto contributo all’economia complessiva del paese, l’agricoltura è praticata dall’80% della popolazione rurale e assicura il 15% delle opportunità lavorative complessive. Se le colture di cereali (principalmente sorgo, mais e miglio), di girasole e di cotone, in cui sono impiegati metodi moderni ed efficienti, costituiscono, da un lato, una fonte costante e importante per il settore, dall’altro sono insufficienti al fabbisogno e coprono poco più del 2% della superficie totale. Viceversa, i pascoli naturali ne occupano il 75%. L’allevamento di bovini e caprini è particolarmente consolidato in Botswana e fornisce il mercato nazionale di latte, carne e pelli. Negli anni ’70, l’esportazione di carne in tutta Europa ha rappresentato il 40% del PIL del paese. Tale cooperazione è stata rinnovata nel 2016 con la firma dell’Economic Partnership Agreement tra Europa e la Southern African Development Community. Tale accordo, che regola gli scambi commerciali fra l’UE e tali paesi, garantisce l’accesso al mercato dell’UE senza dazi o quote per i paesi partecipanti. L'accordo contribuisce all'integrazione regionale e alla crescita economica sostenibile dell'Africa australe, favorendo lo sviluppo economico. Negli ultimi vent’anni, il paese si è impegnato nella produzione orticola con l’obiettivo di diversificare la sua economia ed agricoltura.
Settore secondario: negli anni ‘70 del Novecento la scoperta di diversi giacimenti minerari da parte del gruppo De Beers, società sudafricana, ha profondamente cambiato la situazione economica del paese. Il tasso di crescita che il paese registrò tra il 1966 e il 2014, pose il Botswana al terzo posto nella classifica delle economie a più rapida crescita, dopo Cina e Sud Corea e davanti a Singapore. Allo sfruttamento delle miniere di rame e nichel, si aggiunse a quello delle miniere di carbone, manganese, cobalto e sodio. In anni più recenti sono stati scoperti anche giacimenti di petrolio. Ad oggi, l’industria dei diamanti rappresenta la principale fonte di reddito per il paese ed è in gran parte di proprietà statale o pubblica. Nel 2018, l’industria ha rappresentato quasi il 30% del PIL del paese. Nel 2019 il Botswana si collocò al quarto posto tra i paesi al mondo per produzione di diamanti, dopo Russia, Australia, Repubblica Democratica del Congo. Tra i fattori che hanno favorito la continua crescita di questo settore, rientra il basso tasso d’imposta sulle società di proprietà straniera, pari al 15%. I principali giacimenti di diamanti (Jwaneng, Lethakana, Orapa) forniscono ogni anno circa 21 milioni di carati. Notevole è anche l'estrazione di oro, nichel, carbonio, manganese, rame. Al fine di diversificare il settore manifatturiero, incentrato sull’estrazione di diamanti, il governo ha iniziato ad investire in opportunità provenienti dall’industria tessile e alimentare (carne, birra) arrivando a coinvolgere una forza lavoro tre volte superiore rispetto all’industria mineraria.
Settore terziario: tale settore è in rapida via di sviluppo e costituisce più della metà del prodotto nazionale lordo. I flussi turistici, provenienti soprattutto dal Sud Africa, rappresentano un notevole contributo per lo sviluppo economico del paese grazie anche alla presenza di numerose riserve naturali. L’incidenza dell’industria turistica sull’economia globale del Paese è pari al 13,4% e supporta circa 84.000 posti di lavoro, cioè l’8,9% del totale. Per quanto riguarda i trasporti, grazie alla sua posizione geografica, il Botswana avrebbe la possibilità di diventare un vero centro di snodo, collegando il Sud Africa con il resto del continente. A tale scopo, negli ultimi anni sono stati avviati investimenti pubblici in infrastrutture per la realizzazione di un piano generale dei trasporti e un completo rinnovamento del sistema di rete stradale nazionale.
Il Botswana è considerata l'economia più interessante per gli investimenti esteri nel continente africano, secondo l'ultimo Africa Investment Index 2016 del Quantum Global Research Lab. Secondo l'Indice, il Botswana ha ottenuto un punteggio elevato grazie ad una serie di fattori che includono il giudizio sul debito sovrano, l’assicurazione sui pagamenti delle importazioni, la stabilità delle aziende locali e la facilità nel fare impresa.
Commentando l'Indice, il Prof. Mthuli Ncube, Capo del Quantum Global Research Lab ha dichiarato: “Nonostante le notevoli sfide esterne e il calo dei prezzi del petrolio, molte nazioni africane stanno dimostrando una maggiore volontà di raggiungere una crescita sostenibile diversificando le loro economie e introducendo politiche favorevoli per attrarre investimenti esteri. Il Botswana ne è un esempio: la sua posizione strategica, la forza lavoro qualificata e un contesto politicamente stabile hanno attirato l'attenzione degli investitori internazionali portando a un significativo afflusso di IDE ”. Il Botswana ha un forte contesto giuridico e normativo che incoraggia gli investitori. A questo proposito, il Botswana Investment and Trade Center (BITC) è un'organizzazione istituita da un atto del Parlamento per diventare un'autorità integrata di promozione degli investimenti e del commercio (ITPA). BITC è incaricato della promozione degli investimenti, della promozione delle esportazioni e del sostegno allo sviluppo nazionale, compresa la gestione del marchio nazionale.
Il paese offre agli investitori stranieri: stabilità politica, efficienza e competitività, forza lavoro a basso costo e moderatamente qualificata, rilascio di licenze e regole di registrazione semplificate e incentivi fiscali sostanziali:
a. Bassa aliquota fiscale generale: le società residenti pagano l'imposta sulle società al 22% del reddito imponibile e l'aliquota generale della ritenuta alla fonte è del 7,5% su tutti i dividendi distribuiti.
b. Le imprese manifatturiere pagano le tasse al 15% del reddito imponibile - previa approvazione.
c. Ordine di approvazione dello sviluppo: esenzioni fiscali (zero imposte sulle società) possono essere rese disponibili agli investitori per un periodo da 5 a 10 anni.
d. Non ci sono controlli sui cambi in Botswana - quindi libero rimpatrio di profitti, dividendi e capitale.
e. Accordi operativi per evitare le doppie imposizioni con Sudafrica, Regno Unito, Svezia, Francia, Mauritius, Namibia, Zimbabwe e Russia.
f. Le società accreditate dal Centro finanziario internazionale (IFSC) pagano un'imposta del 15% sugli utili derivanti da operazioni approvate.
g. Le aziende accreditate dall'Innovation Hub pagano l'imposta al 15% del profitto.